Elisa Zucchini
Il secchiello da aspersione di Leone X: una proposta di lettura
Il secchiello da aspersione in cristallo di rocca intagliato con montatura in oro e smalti, recante lo stemma di papa Leone X (Firenze, Tesoro dei Granduchi) è stato attribuito a Valerio Belli, ma il confronto con il piatto di Leone X e la croce d’altare attribuiti a Belli, insieme all’intaglio marcato e schematico di animali marini, soggetto insolito per Belli, non sembrano supportare quest’ipotesi. Gli smalti della montatura ricordano esempi fiorentini risalenti alla fine del Quattrocento o agli inizi del Cinquecento e si differenziano dai medaglioni con lo stemma del papa e il nome di Gesù per tecnica degli smalti, ne consegue che l’oggetto sia stato creato quando il Medici era ancora cardinale (1492-1512) e i medaglioni siano stati aggiunti alla sua elezione al pontificato nel 1513. Gli intagli sembrano invece riferibili ad un maestro lombardo. La collocazione degli animali – un crostaceo, un ketos e un pesce volante – ricorda le costellazioni del Cancro, della Balena e del Pesce Noto, quindi gli intagli potrebbero evocare le virtù collegate a quelle costellazioni; è possibile che l’oggetto sia nato a scopo profano.
The sprinkling bucket of Leo X: a proposed reading
The holy water bucket in carved rock crystal with enamelled gold setting, bearing the coat of arms of Pope Leo X (Florence, Tesoro dei Granduchi) has been attributed to Valerio Belli, but the comparison with the plate of Leo X and the altar cross also attributed to Belli, together with the marked, synthetic carving of sea animals – an unusual subject for Belli – don’t seem to support this hypothesis. The enamels of the setting remind of Florentine examples dating back to the end of the 15th and the beginning of the 16th century and differ from the medallions with the Pope’s coat of arms and the name of Jesus in technique, therefore the artwork might have been created when the Medici was a cardinal (1492-1512) and the medallions might have been added after his election to papacy in 1513. The carvings can be attributed to a Lombard master instead. The position of the animals – a crustacean, a ketos and a flying fish – refer to the constellations of Cancer, Cetus and Piscis Notus, so the carvings could allude to the virtues linked to these constellations; the object might have originated for a secular purpose.
Benedetta Montevecchi
Il gusto di Francesco Maria II Della Rovere per le pietre dure
Benché non sia giunto ad oggi quasi nulla dello straordinario patrimonio di ‘arti minori’ raccolto dai Della Rovere, gli inventari pubblicati negli ultimi anni e alcune preziose documentazioni grafiche ne testimoniano l’entità e lo straordinario pregio artistico. Argomento del saggio è il gusto per i materiali di pregio, e le pietre dure in particolare, nelle collezioni di Francesco Maria II, ultimo duca di Urbino.
Francesco Maria II Della Rovere’s taste for semi-precious stones
Although almost nothing of the extraordinary heritage of ‘minor arts’ collected by the Della Rovere has survived, the inventories published in recent years and some precious graphic documentation testify to its extent and extraordinary artistic value. The subject of the essay is the taste for quality materials, and semi-precious stones in particular, in the collections of Francesco Maria II, the last Duke of Urbino.
Luisa Chifari
L’eredità di Ercole Branciforti al figlio Girolamo e il database degli inventari in OADI
Il database sulla famiglia Branciforti, pubblicato nel 2019 sul sito dell’Osservatorio per le Arti Decorative in Italia (OADI) consta attualmente di circa diecimila record e contiene informazioni sui Beni riscontrati negli inventari testamentari ed ereditari della famiglia, preziosi documenti d’archivio, dallo studio dei quali è possibile ricostruire non soltanto le tappe più curiose ed importanti della vita nobiliare siciliana nei secoli, ma anche individuare le caratteristiche di vari oggetti di cui i nobiluomini e le nobildonne specialmente, si sono circondati. L’articolo approfondisce gli aspetti principali degli inventari, contestualizzandoli con le istanze storiche e culturali del periodo.
Ercole Branciforti’s legacy to his son Girolamo and the inventory database in OADI
The database on the Branciforti family, published in 2019 on the website of the Osservatorio per le Arti Decorative in Italia (OADI), currently consists of around ten thousand records and contains information on the goods found in the family’s testamentary and hereditary inventories, precious archival documents, from the study of which it is possible to reconstruct not only the most curious and important stages of Sicilian noble life over the centuries, but also to identify the characteristics of various objects that noblemen and noblewomen, especially, surrounded themselves with. The article investigates the main aspects of the inventories, contextualising them with the historical and cultural instances of the period.
Giuseppe Giugno
Memoriale della ‘Mastranza’ dei maestri d’ascia a Caltanissetta – I capitoli del 1624 e del 1721
Dall’analisi dei documenti relativi ai capitoli della maestranza dei maestri d’ascia di Caltanissetta, l’autore propone un excursus sulla specifica corporazione, che rivestì in Sicilia un ruolo determinante durante l’età moderna per il patrimonio di conoscenze e tradizioni tecnologiche custodite e tramandate al servizio della committenza nei cantieri di architettura.
Memorial of the ‘Mastranza’ of Caltanissetta’s master carpenters – The chapters of 1624 and 1721
By analysing the documents relating to the chapters of the maestranza of Caltanissetta’s master carpenters, the author proposes an excursus on the specific guild, which played a decisive role in Sicily during the modern age for the heritage of knowledge and technological traditions preserved and handed down at the service of clients in architectural construction sites.
Bella Takushinova
«Che nel paese delle Arti fossero dichiarati i primi arazzi del Mondo»: sugli arazzi ‘inimitabili’ dell’Accademia di Francia a Roma spediti da Domenico Venuti per il Palazzo Reale di Napoli
La breve esistenza della Repubblica Napoletana ebbe un impatto notevole sul patrimonio artistico di Napoli a causa delle cosiddette “spoliazioni” giacobine, ossia furti di opere d’arte portate via dall’ex Regno dai funzionari francesi nell’arco di sei mesi. Prima di giungere a Parigi, gli oggetti artistici venivano spediti a Roma, all’epoca anch’essa sotto il controllo delle truppe francesi. Subito dopo la caduta della Repubblica, Ferdinando IV spedì nell’Urbe il marchese Domenico Venuti per il recupero delle opere d’arte che potevano ancora essere restituite al Regno borbonico. L’attività del Cav. Venuti si estense, tuttavia, ben oltre la missione affidatogli. All’inizio del 1800 egli spedì per il Palazzo Reale di Napoli poco più di due decine di arazzi tessuti presso la Manufacture des Gobelins che lui aveva trovato a Roma, nascosti da un “commissario” francese. La maggior parte di questi arazzi, secondo la relazione dettagliata dello stesso agente borbonico, era stata spedita a Roma dalla Casa reale di Francia nella prima meta del XVIII secolo per abbellire le mura del Palazzo Capranica, all’epoca sede dell’Académie de France à Rome. Il presente articolo mira, dunque, di rintracciare le tappe cruciali di questa delicata vicenda che ebbe come protagonisti i migliori esempi della leggendaria tappezzeria parigina al culmine del suo splendore.
«That in the land of the Arts were declared the first tapestries in the world»: on the ‘inimitable’ tapestries of the French Academy in Rome sent by Domenico Venuti for the Royal Palace of Naples
The Neapolitan Republic’s short existence had a considerable impact on the artistic heritage of Naples due to the so-called Jacobin “looting of art”, i.e., thefts of works of art, taken away from the ex-Kingdom by French officials within six months. Before arriving in Paris, the artistic objects were shipped to Rome, at the time also under the control of French troops. Shortly after the fall of the Republic, Ferdinand IV sent to the Eternal City the Marquis Domenico Venuti to recover those works of art that could still be returned to the Kingdom. The activity of Cav. Venuti extended, however, far beyond the mission entrusted to him. In the early 1800s he sent for the Royal Palace of Naples over two dozen tapestries woven at the Manufacture des Gobelins, found by him in Rome, where they had been hidden by a French “commissioner”. According to the detailed report of the Ferdinand’s agent, most of these tapestries had been sent to Rome by the Royal House of France during the first half of the XVIII century to decorate the walls of the Académie de France à Rome, housed at that time in the Palazzo Capranica. The article aims to trace the crucial stages of this delicate mission that had as protagonists the best examples of the legendary Parisian upholstery at the height of its splendor.
Giovanni Boraccesi
Una sinfonia di argenti nell’isola di Tinos: le chiese di Kardiani e Skalados
L’articolo prende in esame gli arredi liturgici in argento custoditi nelle chiese di Kardiani e Skalados sull’isola greca di Tinos, opere realizzate tra il XVII e il XIX secolo.
A Symphony of Silver on the Island of Tinos: the Churches of Kardiani and Skalados
The article examines the silver liturgical furnishings in the Churches of Kardiani and Skalados on the Greek island of Tinos, works made between the 17th and 19th centuries.
Elvira D’Amico
Inediti arredi sacri a ricamo dei secoli XVIII e XIX nella chiesa di San Francesco di Paola a Palermo
L’articolo analizza un gruppo di opere tessili inedite custodite nella chiesa di San Francesco di Paola a Palermo. I manufatti qui studiati si pongono in continuità con la tradizione di arredi sacri di alto livello nel convento dei Minimi di Palermo, rappresentata dai superbi paliotti seicenteschi in corallo, che continua nei primi decenni del XVIII secolo.
Unpublished sacred embroidered furnishings from the 18th and 19th centuries in the church of San Francesco di Paola in Palermo
The article analyses a group of unpublished textile works housed in the church of San Francesco di Paola in Palermo. The artefacts studied here are in continuity with the tradition of high quality sacred furnishings in the convent of the Minims in Palermo, represented by the superb 17th-century coral frontals, which continued into the first decades of the 18th century.
Rita Pellegrini
Orecchini palermitani ottocenteschi nei monti altolariani
Facendo riferimento agli studi sulle opere in metallo prezioso di destinazione sia sacra che profana, giunte nell’Alto Lario Occidentale nel contesto dei flussi migratori che interessarono questa particolare area e la Sicilia dal XV al XIX secolo, la studiosa propone qui un’analisi degli orecchini che gli emigrati a Palermo portarono alle proprie famiglie in Alto Lario nel XIX secolo, manufatti di oreficeria popolare per i quali la creatività degli orafi si è manifestata in linea generale in svariate forme.
Nineteenth-century Palermitan earrings in the Upper Lario mountains
Referring to the studies on precious metal works of both sacred and profane destination, which arrived in western Alto Lario in the context of the migratory flows that affected this particular area and Sicily from the 15th to the 19th century, the scholar here proposes an analysis of the earrings that emigrants in Palermo brought to their families in Alto Lario in the 19th century, popular goldsmiths’ artefacts for which the creativity of the goldsmiths generally manifested itself in various forms.
Maria Barbara Guerrieri Borsoi
Mosaici di soggetto religioso di Costantino Rinaldi al tempo di Pio IX e Leone XIII
Costantino Rinaldi fu un noto mosaicista nella Roma del XIX secolo, città nella quale l’interesse per la produzione musiva si mantenne notevole e le capacità professionali elevate anche grazie al favore palesato dai pontefici per questa tecnica.
Il profilo del mosaicista è ricostruito sulla base di fonti del tempo e documenti che permettono di comprenderne meglio la variegata attività. Rinaldi operò in settori diversi, nel mosaico normale e in quello minuto, sia eseguendo i tipici soggetti richiesti dalla clientela internazionale, sulla scia della notorietà conseguita dal padre Gioacchino, sia nei restauri di manufatti antichi, per questo addirittura chiamato all’estero, e medievali.
Qui si presentano soprattutto le opere di tematica sacra, che sembra aver trattato con discreta frequenza, manufatti richiesti da illustri committenti come l’altare per Notre Dame di Boulogne sur Mer voluto da Alessandro Torlonia, il Reliquiario del capo di S. Lorenzo e il cenotafio di Matilde Nedonchel richiesti dal conte George Alexandre-Franҫois Nedonchel. In realizzazioni come queste la scelta del mosaico va considerata come esaltazione di una tradizione tipicamente romana e sacra.
Sacred-themed mosaics by Costantino Rinaldi in the time of Pio IX and Leone XIII
Costantino Rinaldi was a well-known mosaic artist during the 19th century in Rome, a city in which interest in mosaic production as well as skills in this technique remained high also thanks to the favor shown by the popes for this technique.
The profile of mosaicist is reconstructed on the basis of historical sources and documents that allow to better understand his varied activity. Rinaldi worked in different sectors, including normal and minute mosaics, performing the typical subjects requested by international customers, in the wake of the notoriety achieved by his father Gioacchino. He also worked in the restoration of ancient and medieval artifacts, a specialization that led him to work abroad as well.
Here mainly sacred-themed works are presented, which he seems to have faced quite frequently, made for illustrious clients such as the altar for Notre Dame of Boulogne sur Mer commissioned by Alessandro Torlonia, the reliquary of the head of St. Lawrence and the cenotaph of Matilda Nedonchel requested by Count George Alexandre-Franҫois Nedonchel. In these works the choice of the mosaic appears as an exaltation of a typically Roman and sacred tradition.
Elisabetta Digiugno
Germana Marucelli “una toscanaccia di vero talento” – Arte e moda nel secondo dopoguerra
L’articolo si propone di delineare la figura di Germana Marucelli, sarta e stilista, attiva nel periodo compreso tra la Seconda Guerra Mondiale e la Rivoluzione Giovanile del 1968. Basandosi sulla biografia della sarta, scritta da una sua cara amica, e su testimonianze e documenti dell’epoca, intende presentare la stilista nella sua unicità, narrando le vicende della sua vita e illustrando la sua carriera, con le difficoltà incontrate negli anni della guerra e le innovazioni introdotte nella moda, novità che in molti casi hanno anticipato tendenze e stili poi lanciati dal noto couturier Christian Dior. Protagonista di spicco della prima moda italiana, fin dagli anni delle prime manifestazioni organizzate da Giorgini a partire dal febbraio 1951, fu presto definita, per la sua cultura, la capacità di anticipare le tendenze artistiche e culturali e di circondarsi di artisti emergenti e uomini di cultura, “La Sarta Intellettuale”. Germana Marucelli è stata la creatrice più colta della moda italiana, capace di nutrire il suo spirito creativo dalle fonti contemporanee dell’Arte e della Letteratura. Lungi dall’essere completo, il presente studio si pone come base per future e più ampie ricerche.
Germana Marucelli ‘a truly talented Tuscan’ – Art and fashion after World War II
The article aims to outline the figure of Germana Marucelli, seamstress and fashion designer, active in the period between the Second World War and the Youth Revolution of 1968. Based on the biography of the seamstress, written by a dear friend of her, and on testimonies and documents of the time, it intends to present the designer in her uniqueness, narrating the stories of her life and illustrating her career, with the difficulties she encountered during the years of the War and the innovations she introduced in fashion, novelties that in many cases anticipated trends and styles later launched by the well-known couturier Christian Dior. Prominent protagonist of early Italian fashion, from the years of the first events organized by Giorgini starting from February 1951, she was soon called, for her culture, ability to anticipate artistic and cultural trends and to surround herself with emerging artists and men of culture, “The Intellectual Dressmaker”. Germana Marucelli was the most cultured creator of Italian fashion, able to nurture her creative spirit from the contemporary sources of Art and Literature. Far from being complete, the present study stands as a basis for future and broader research.
Aldo Gerbino
Toccati dalla vita – Arti Decorative per esercizi di scrittura
Il contributo si focalizza sulla centralità dell’intreccio tra verbale e visuale in epoca moderna e contemporanea da Francesco Algarotti a Salette Tavares. Attraverso la ricognizione di una serie di casi particolarmente significativi l’articolo presenta infatti una riflessione sulla relazione tra scrittura e arti decorative cogliendo nella produzione letteraria di autori di grande importanza l’interesse per le arti decorative come nel caso dello scrittore, critico e saggista Emilio Cecchi e del corallo. La contemplazione di modelli decorativi è protagonista nella scrittura di Tomasi di Lampedusa e di Lucio Piccolo così come sono numerose le metafore tessili presenti in poesia in una sinergia che scaturisce dall’interazione della scrittura con i molteplici prodotti delle arti visuali, dall’architettura alla scultura, dalla pittura al design, e certo, non ultimo, all’ampio parterre della produzione artigianale.
Touched by Life – Decorative Arts for Writing Exercises
The contribution focuses on the centrality of the intertwining of the verbal and the visual in modern and contemporary times from Francesco Algarotti to Salette Tavares. Through the reconnaissance of a series of particularly significant cases, the article in fact presents a reflection on the relationship between writing and the decorative arts, capturing the interest in the decorative arts in the literary production of authors of great importance, as in the case of the writer, critic and essayist Emilio Cecchi and coral. The contemplation of decorative models is the protagonist in the writing of Tomasi di Lampedusa and Lucio Piccolo, just as there are numerous textile metaphors present in poetry in a synergy that stems from the interaction of writing with the multiple products of the visual arts, from architecture to sculpture, from painting to design, and of course, not least, the broad parterre of craft production.
Paola Venturelli
Alberto Zorzi. Micro opere d’arte da indossare
Nell’ambito dell’arte del gioiello in Italia del secondo dopoguerra e della dinamica tra le figure di ‘artisti-orafi’ e ‘orafi-artisti’ teorizzata da Enrico Crispolti, spicca la figura di Alberto Zorzi, che si caratterizza per la spiccata tendenza scultorea e per una grande libertà espressiva nelle forme, declinate attraverso l’impiego di varie tecniche, dal cesello, al niello, all’ incisione, all’antica granulazione. La ricerca di Zorzi, come affermò egli stesso, “vive di una tensione a creare ‘oggetti’, microsculture da indossare, con una loro capacità e forza espressiva e formale già di per sé organicamente risolta”.
Alberto Zorzi. Micro works of art to wear
Within the context of the art of jewellery in Italy after the Second World War and the dynamic between the figures of ‘artist-goldsmiths’ and ‘goldsmith-artists’ theorised by Enrico Crispolti, the figure of Alberto Zorzi stands out. He is characterised by a marked sculptural tendency and great expressive freedom in his forms, declined through the use of various techniques, from chiselling to niello, engraving and ancient granulation. Zorzi’s research, as he himself stated, “thrives on a tension to create ‘objects’, micro-sculptures to wear, with their own organically resolved expressive and formal capacity and strength”.